O quam te memorem, quo te iam nomine signem

Autore: Spelta, Antonio Maria

De perillustri ac primi nominis Comica ISABELLA ANDREINA academica Intenta. Antonii Mariae Speltae Ticinensis. Encomium

O quam te memorem, quo te iam nomine signem,
  quaesita in numeris gloria summa meis?
Quae tanto maiora facis tua saecula priscis,
  dimidium toto quominus esse solet.
Die ISABELLA tuo quae par est gratia socco?5
  Cui specie palmam detulit ipsa Venus.
Incessum mirata gravem, mirata glabellum
  corpus, mirificis nexaque membra modis;
sidereos cernens oculos frontemque serenam
  et flavos crines purpureasque genas,10
os roseum spectans, spectans et punica labra,
  protensum pectus, lactea colla simul
utque manus vidit teneras digitosque nivales,
  caetera quid narrem non minus apta deae?
Obstupuit magnoque Iovem perculsa dolore15
  adcurrit, tales edit et ore sonos:
«Magne Pater, periit, periit mea gloria mundo,
  despicior cunctis an dea sim dubito».
Omnes una moves specie et dulcedine linguae,
  quod Veneris fuerat, nunc ISABELLA tenes.20
Dum canis ad citharam mellito suaviter ore,
  pectora demulces nectare et ambrosia.
Dumque levi tenues praetentas pollice cordas
  ad choreas Nymphae carmina lecta canunt;
dulcia metra canunt vatemque ad sidera tollunt,25
  cuius miratur sexus uterque modos.
Quae sis illa probant nullo moritura sub aeve,
  extant ingenii quae monimenta tui.
Est tibi vis animi, rarum tibi mentis acumen,
  pondera sunt verbis, gestibus apta Charis.30
Si sua laus linguae est et habet sua praemia virtus,
  effugiet rapidos docta ISABELLA rogos.
Vive diu foelix, Patavinae gloria gentis
  INTENTA et nostri splendor honosque soli.
Vive, charis charitum, decus indelebile nostrae35
  aetatis, SPELTAE vive memorque tui.

Descrizione

Il componimento, consistente in un encomio per Isabella Andreini, illustrissima attrice comica e accademica intenta, si apre con due domande che l’autore rivolge a sé stesso: cosa dovrà ricordare della donna, somma gloria, ricercata nei suoi metri e capace di estendere i suoi anni? Come potrà esprimerlo? Costui sceglie innanzitutto di celebrare, insieme alla grazia della sua recitazione, la sua bellezza, derivata direttamente da Venere, ricordando le varie parti di un corpo adatto a una dea (l’incedere grave, il corpo liscio, le membra proporzionate, gli occhi siderei, la fronte serena, i capelli dorati, le guance purpuree, la bocca rosea, le labbra rosse, il petto proteso, il collo latteo, le mani tenere e le dita bianche); del resto, Isabella stessa si è meravigliata e, sconvolta da grande dolore, è accorsa da Giove temendo che la sua gloria perisca e dubitando di essere una dea. L’autore prosegue poi con la celebrazione della sua arte poetica e musicale e confermando la sua natura pari alle divinità: Isabella Andreini, infatti, viene elogiata mentre canta soavemente e suona la cetra sfiorando le sue corde con mano lieve e con una dolcezza simile a quella del nettare e dell’ambrosia (bevanda sacra agli dèi antichi), accarezzando gli animi e sollecitando le Ninfe ad accompagnarla con la declamazione di poesie scelte e con danze corali mentre l’intero genere umano, comprensivo di entrambi i sessi, rimane ammirato dai suoi metri e dalle sue melodie. Tali esibizioni comprovano l’immortalità, l’ingegno, la grande forza d’animo, il raro acume della mente, la misura adatta alle parole e la grazia adatta ai gesti della donna. Il testo si chiude con l’invito, rivolto a Isabella Andreini dall’autore, a vivere felice in quanto gloria della stirpe padovana, splendore e onore della sua terra e del suo tempo, grazia delle grazie nonché a ricordarsi del suo celebratore, Antonio Maria Spelta.


Opere d'arte

Collegamento congetturale

Le opere d'arte sono collegate per offrire un esempio visivo di un ritratto della poetessa e attrice encomiata nel testo e insieme di una scena teatrale del tempo. Si aggiunge la medaglia commemorativa realizzata in occasione della sua morte.


Libro
Andreini, Rime 1605
Andreini, Isabella, Rime d'Isabella Andreini Comica Gelosa, Academica Intenta detta l'Accesa, Milano, Girolamo Bordone e Pietromartire Locarni, 1605
Sezione
Componimenti di molti gentil'huomini nella lingua latina, e nella italiana per la morte della medesima Signora Isabella
Pagina
pp. [21]-[22]
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Metro
distico elegiaco (36 versi)

Categorie
encomio d'artista
Soggetti
Accademia degli Intenti; acume; ambrosia; animo; bellezza; bocca; cantare; capelli; cetra; collo; commedia; corda; corpo; danza; dea; dita; dolcezza; dolore; forza; fronte; gesto; Giove; gloria; gravità; grazia; guance; incedere; ingegno; Isabella Andreini; labbra; lingua; lode; mani; melodia; membra; mente; metro; miele; misura; nettare; Ninfe; occhi; onore; Padova; palma; parola; petto; poesia; recitazione; serenità; splendore; Venere; virtù; vivere

Nomi collegati

Responsabilità della scheda: Laura Gelpi | Ultima modifica: 16 marzo 2024