Arti Sorelle
Testi letterari italiani del Cinquecento e del Seicento
dedicati alle arti figurative, performative e musicali

L’archivio Arti Sorelle contiene la produzione letteraria dedicata alle arti visive, performative e musicali in età moderna. In questa sua prima fase l’archivio mira a documentare l’eccezionale fortuna della poesia lirico-epigrammatica che affronta come tema generale le arti (comprese quelle cosiddette 'minori') tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento in Italia: periodo che corrisponde a uno dei momenti di maggiore espansione e intensità del genere. Gli argomenti dei testi vanno dall’ecfrasi di opere d’arte alla celebrazione di artisti, di collezioni e di mecenati, al paragone tra le arti, all’invenzione di opere fittizie, sino alla costruzione di ‘musei di carta’, raccolte poetiche in forma di vere e proprie gallerie.

L’ideazione e formazione dell’archivio è resa possibile dal finanziamento del progetto PRIN 2017 (Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale) Mecenatismo, lettere e arti, 1590-1620. Il progetto è condotto in collaborazione dai seguenti tre atenei: Università degli studi di Bergamo, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Università degli studi di Siena. I responsabili scientifici delle rispettive unità di ricerca sono i professori Clizia Carminati, Roberta Ferro e Carlo Caruso. Studenti delle tre sedi affiancano ricercatori esperti nella costruzione del database, che dunque si pone anche come significativo strumento per la didattica delle Digital Humanities.

L’archivio Arti Sorelle cresce in ragione del progredire della schedatura e della trascrizione dei componimenti via via selezionati. L’organizzazione della ricerca, condotta su materiali librari e d’archivio, comporta le seguenti attività:

  • identificazione e schedatura delle raccolte di poesia lirico-epigrammatica manoscritte o pubblicate tra Cinque e Seicento ove si parli d’arte, nell’intera raccolta o in componimenti sparsi
  • trascrizione dei componimenti selezionati
  • descrizione del metro e dei contenuti
  • rilevamento dei temi e degli oggetti descritti attraverso categorie e parole-chiave, con particolare attenzione al lessico tecnico delle arti
  • identificazione – laddove possibile – del referente artistico pertinente, della sua ubicazione passata e attuale, dell’artista elogiato.

L’archivio è concepito come punto di raccordo fra discipline diverse. Si rivolge pertanto agli storici della letteratura e agli storici dell’arte, del teatro e della musica, del mecenatismo e del collezionismo, e più in generale a chiunque si interessi del rapporto fra lettere e arti nelle sue diverse manifestazioni. La descrizione di tali relazioni permetterà anche l’emersione di quella rete di contatti e interazioni fra opere e persone che costituisce il tessuto sociale entro cui si situarono le espressioni artistiche e che in molti casi attende ancora di essere studiato.

Il database

Il database fronteggia nella sua homepage Testi e Opere d’arte, dando la possibilità di esplorare alternativamente i due ambiti utilizzando specifici criteri di ricerca e di poter insieme collegare le due sezioni, con agganci tra i rispettivi elementi. È permessa anche un’interrogazione degli Indici di Nomi, Libri, Categorie e Soggetti.

Chi consulta il sito potrà, ad esempio, indagare la fortuna di un soggetto (Venere e Adone, San Pietro), di una categoria (iconografia profana, storia antica), di un artista (Tiziano, Palma il Giovane, Monteverdi), di un’opera d’arte specifica (la Medusa di Caravaggio, l’Apollo del Belvedere), o capire la rilevanza di una collezione (come quella degli Aldobrandini) e di mecenati (come Scipione Borghese o Giovan Battista Manso). Fondamentale è la ricerca libera, che può riguardare anche le singole parole: attraverso i componimenti prende forma e si rivela, infatti, il lessico delle arti. La possibilità di incrociare i dati consente l’apertura di percorsi di ricerca innovativi e interdisciplinari.

Criteri di trascrizione

La trascrizione da manoscritti e stampe è improntata a un moderato ammodernamento, coerente con i criteri di leggibilità che si vogliono propri del sito e con la prassi adottata nelle edizioni dei classici italiani dei secoli XVI-XVII.

Sono stati fatti i seguenti interventi:

  • distinzione u / v;
  • ammodernamento dei caratteri tipografici antichi (ſ, ß = s, ss)
  • trasformazione di j in i;
  • resa conforme all’uso moderno di accenti, apostrofi, punteggiatura;
  • introduzione dell’accento semantico (gìa);
  • scioglimento delle abbreviazioni senza indicazione. La nota tironiana & è sciolta in e davanti a consonante, et davanti a vocale;
  • trasformazione del nesso ti o tti + vocale in z;
  • conservazione del ci + vocale;
  • eliminazione dell’h etimologica (hora > ora; talhora > talora) e conseguentemente trasformazione secondo l’uso moderno dei digrammi ch ph th rh (Christo > Cristo);
  • conservazione delle grafie etimologiche come absenza, absorto, insterilito anche qualora siano oggetto di oscillazione;
  • trasformazione della x latina in ss (exala > essala);
  • conservazione delle geminazioni o scempiature improprie dialettali e in genere di tutte quelle diverse dall’uso moderno (ad es. la ss da x latina, come in essercito; o grafie come Amazone; mezo; orizonte);
  • conservazione della i palatalizzante (Gierusalemme; Ruggiero);
  • abbassamento delle maiuscole a inizio verso;
  • abbassamento delle maiuscole tranne che in nomi proprii, personificazioni, antonomasie, titoli onorifici;
  • conservazione delle parole tutte maiuscole solo quando abbiano rilevanza (ad es. un nome indicato in maiuscolo perché dedicatario del componimento, o un gioco etimologico sul nome);
  • conservazione della grafia analitica delle preposizioni articolate quando presente nell’originale (a i; ne la; da i); qualora si trovino preposizioni articolate con scrizione unita ma senza raddoppiamento fonosintattico, si procede a separazione (nela > ne la; dala > da la; dela > de la); si mantengono ovviamente qualora si trovino unite con raddoppiamento;
  • conservazione di tutte le altre grafie analitiche (già mai; in vano, però che); separazione qualora si trovi nel testo la scrizione unita priva di raddoppiamento fonosintattico (peroche > però che, NON perocché; percioche > perciò che, NON perciocché); separazione inoltre nei casi come quelche, lequali;
  • segnalazione del discorso diretto con le virgolette.

Arti Sorelle aderisce al progetto Archivi del Rinascimento

Il database ‘Arti sorelle’.
Letteratura e arti tra Cinque e Seicento
,
presentazione di Clizia Carminati

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