Tu, che in chiaro d'onor Scudo ben degno
Autore: Tronsarelli, Ottavio
Nelle nozze del Signore N. Aquilante allude all'Arma
Tu, ch'in chiaro d'onor scudo ben degno
Aquila chiudi, che di fregi altera
s'erge a ricca di glorie illustre sfera,
del romano valor superbo segno, 4
s'or t'unisce d'amor fido ritegno
a lei, che vaga sovr'ogni alma impera,
e Roma a tai bellezze avida spera
da coppia sì famosa illustre pegno, 8
godi! E se, qual accorta Aquila suole,
a i bei raggi del Sol industre vuoi
fisar nata da lei l'eccelsa prole, 11
sdegna i rai che nel ciel splendono a noi
e vago di provarla a più bel Sole
riconoscila al Sol de gli occhi suoi. 14
Descrizione
Tronsarelli in questo sonetto omaggia il signor Aquilante (ossia della famiglia degli Aquilanti: il nome di battesimo è taciuto), nel giorno delle sue nozze. L'omaggio inizia con il richiamo allo stemma familiare, contenente un'aquila, segno del valore dell'antica Roma. Il poeta conclude il componimento invitando Aquilante a guardare i propri futuri figli alla luce dei luminosi occhi della moglie, che splendono più del Sole (l'aquila, infatti, secondo la tradizione è in grado di fissare il sole senza farsi abbagliare).
Opera d'arte
Collegamento congetturale
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Arma (stemma) della famiglia AquilantiGenere: araldica
Si collega in via congetturale lo stemma familiare degli Aquilanti, per dare dimostrazione visiva di come l'aquila possa apparire in uno scudo araldico.
- Libro
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Tronsarelli, Rime 1627
Tronsarelli, Ottavio, Rime, In Roma per Francesco Corbelletti l'Anno. M.D.C.XXVII. Lucas Cia. F.
- Sezione
- Sonetti di Ottavio Tronsarelli. Parte prima.
- Pagina
- p. 72
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- Metro
- sonetto (14 versi)
- Schema
- ABBA ABBA CDC DCD
- Categorie
- descrizione manufatto
- Soggetti
- Aquilante; Roma; Sole; aquila; fissare lo sguardo; fregio; scudo; segno