Era mia vita corsa, e 'l viso mio
Autore: Sasso, Andrea
Avendo l'autore nel danzare stretta la mano ad una gentildonna, ed essendo ella stata per ciò buona pezza adirata con lui, venne finalmente ad invitarlo al ballo del capello. Onde egli fece questo et il precedente sonetto
Era mia vita corsa, e 'l viso mio
già si tingeva di color di morte,
quando, aprendo il mio Sol l'aurate porte,
di vita accese in me speme e desio. 4
Vera, ardente pietà, raggio di Dio
ver me si mosse con sue fide scorte;
e le mie membra già pallide e smorte
dal camin torse de l'eterno oblio. 8
Lo sdegno vostro che mia mano ardita
accese, o Donna, a la mia indegnitate
pari al folle desir la pena diede; 11
ma quella in voi, che i falli altrui non vede
la man mi porse: o rara, alta pietate,
che più posso doverti che mia vita? 14
Descrizione
L'occasione di questo sonetto e dell'altro che lo precede nella stessa pagina (con incipit «Nebbie amor mille di sospiri intorno») viene chiarita nella rubrica presente nell'indice iniziale del libro: il poeta, danzando, ha compiuto un gesto ardito verso una gentildonna (v. 3), porgendole la mano destra e causando la sua indignazione (cfr. «sdegno», al v. 9). Quasi morto per il deciso rifiuto della donna (vv. 1-2 e vv. 7-8), l'io lirico è stato soccorso da un raggio di pietà che gli ha ridonato la vita (e alla pietà il poeta si rivolge, apostrofandola con toni densi di gratitudine, ai vv. 5 e 13), cioè da una iniziativa di contatto proposta dalla donna: ella lo ha invitato a danzare il ballo del cappello.
Il ballo del cappello è attestato nelle fonti (cfr. Zuccolo 1549, qui in bibliografia): paragonato addirittura all'adulterio, prevedeva che fosse la donna a invitare l'uomo; egli le metteva in capo la propria berretta, dopo averla «cortegianescamente» baciata, ed ella gliela restituiva poco dopo, baciandola a sua volta e posandogliela in capo. Come scrive Zuccolo, «la pazzarella e baldazzosa femina rallegrar si suole in quella danza parendole in quel ballo d'essere sopra l'uomo, per aver lei in quella dilettevol ora il capello in capo, e per raggirare e dimenare quel sciocco senza baretta per quelle ampie sale a suo diletto» (c. 28v).
Opera d'arte
Collegamento congetturale
Benché non riferita specificamente al ballo del cappello, l'illustrazione, tratta dalle "Grazie d'Amore" di Cesare Negri (1602), mostra un cavaliere che si è "cavato la berretta" in procinto di danzare.
Bibliografia
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Zuccolo, Simeone, La pazzia del ballo, composta per M. Simeon Zuccollo da Cologna, Padova, Fabriano, Giacomo, 1549
(Nei capp. XI e XII è descritto il ballo del cappello.)
- Libro
-
Rime di diversi Udine 1597
Rime di diversi elevati ingegni de la città di Udine. Raccolte da Giacomo Bratteolo et dedicate a l'Illustre Signora Lidia Marchesi, Udine, Giovan Battista Natolini, 1597
- Sezione
- Andrea Sasso
- Pagina
- c. 69v
- Vai al testo originale
- Metro
- sonetto (14 versi)
- Schema
- ABBA ABBA CDE EDC