Tace la notte e chiara a par del giorno

Autore: Marino, Giovan Battista

Di Gio. Battista Marini. Vedendola recitare una tragedia

Tace la notte e chiara a par del giorno,
spiegando per lo ciel l'ombra serena,
già per vaghezza oltre l'usato affrena
di mille lumi il bruno carro adorno. 4

Caggia il gran velo omai, veggiasi intorno
dar bella donna altrui diletto e pena,
che 'n su la ricca e luminosa scena
faccia a Venere e Palla invidia e scorno. 8

Febo le Muse, Amor le Grazie ancelle
seco accompagni, e da l'oblio profondo
sorga il Sonno a mirar cose sì belle; 11

a sì dolce spettacolo e giocondo
dian le spere armonia, lume le stelle,
sia spettator il ciel, teatro il mondo. 14

Descrizione

Il poeta loda le doti sceniche di Isabella Andreini, tali da destare l'invidia di Venere e Atena. Invocando un seguito di divinità preposte alle arti e il Sonno ad accompagnare l'attrice, il poeta gioca nel componimento sul rapporto tra realtà e finzione evocando luci e ombre della natura e della scena teatrale, in una sovrapposizione topica tra mondo e teatro.


Opere d'arte

Collegamento congetturale

Le due opere d'arte sono collegate per offrire un esempio visivo di un ritratto della poetessa e attrice encomiata nel testo e insieme di una scena teatrale del tempo.


Libro
Andreini, Rime 1605
Andreini, Isabella, Rime d'Isabella Andreini Comica Gelosa, Academica Intenta detta l'Accesa, Milano, Girolamo Bordone e Pietromartire Locarni, 1605
Sezione
Componimenti di molti gentil'huomini nella lingua latina, e nella italiana per la morte della medesima Signora Isabella
Pagina
p. [b7r]
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Metro
sonetto (14 versi)
Note metriche
ABBA ABBA CDC DCD

Categorie
encomio d'artista; soggetti performativi
Soggetti
Accademia dei Gelosi; Amore; Apollo; armonia; diletto; Febo; giorno; Grazie; Isabella Andreini; luce; lumi; mondo; Muse; notte; Pallade; pena; scena; sfere; Sonno; spettacolo; spettatore; stelle; teatro; velo; Venere

Nomi collegati

Responsabilità della scheda: Elisabetta Olivadese | Ultima modifica: 7 gennaio 2024