Col mesto padre afflitta

Autore: Vecchietti, Bernardo

Madrigale del medesimo [Bernardo Vecchietti]

Col mesto padre afflitta e di duol piena
la vergine Sabina
e quei che fa di lei dolce rapina,
vivi fur dianzi ed ebber polso e lena;
ma nel passar mirando 5
Medusa, ch'hanno a destra empia vicina,
di marmo fersi e quinci avvien ch'errando
or dice chi gli mira: «Ei pur son vivi,
or ei son d'alma privi,
or, quai prima gli vide, 10
quei piange pur, quei fugge e quella stride».

Descrizione

Giocando sul rapporto tra realtà e finzione della rappresentazione artistica, il poeta immagina che le figure del gruppo scultoreo il "Ratto delle Sabine" del Giambologna fossero un tempo vive, poi trasformate in pietra dalla vicina Medusa (alludendo dunque alla scultura del "Perseo" di Benvenuto Cellini, collocata nella stessa Loggia dei Lanzi che ospita l'opera del Giambologna). Ancora oggi, infatti, lo spettatore può trovare quella vita originaria nei volti espressivi delle tre figure del giovane, della Sabina e del suo anziano padre.


Opere d'arte


Libro
Alcune composizioni in lode del ritratto della Sabina 1583
Alcune composizioni di diversi autori in lode del ritratto della Sabina. Scolpito in Marmo dall'Eccellentissimo M. Giovanni Bologna, posto nella piazza del Serenissimo Gran Duca di Toscana, In Firenze, nella stamperia di Bartolomeo Sermartelli. MDLXXXIII.
Sezione
Del Signor BERNARDO VECCHIETTI. Nel Ratto delle Sabine scolpito in marmo da Messer Giovanni Bologna
Pagina
p. 2
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Metro
madrigale (11 versi)
Schema
AbBAcBCDdeE

Categorie
iconografia profana; storia antica
Soggetti
alma; Benvenuto Cellini; Firenze; fuggire; Giambologna; marmo; Medusa; mirare; Perseo; piangere; polso; Ratto delle Sabine; Sabina; stridere; vedere; vivo

Responsabilità della scheda: Maria Grazia Acquaroli, Clizia Carminati | Ultima modifica: 16 marzo 2024