Cetra del gran Teban, che già sonasti
Autore: Stigliani, Tommaso
La Fontana. Canzon ventesimaterza. A instanza del Signor Conte Pirro Visconte
Cetra del gran Teban, che già sonasti
presso Dirce ora divi ed or eroi,
sì dolcemente che de' modi tuoi
gli orecchi dell'Invidia anco appagasti,
piacciati al mio toccar melodia nova 5
render oggi, ond'io canti il ricco fonte,
delizia del magnanimo Visconte
e dell'umana industria ultima prova.
Non la scala de' monti e non costrutta
qui l'opra bestemmiata è di Babelle, 10
ch'ambe tentando d'agguagliar le stelle
colser di lor audacia amare frutta,
ma urna vedi di piovoso argento
appo la cui bellezza ogn'altra suole
sparir, qual fior per gelo, o gel per sole, 15
o sol per nube, o nuvola per vento.
Vedivi che di verde i sassi appanna
la freschezza ch'ognor grata v'abbonda,
che i dolcissimi strepiti dell'onda
pascon l'udita d'invisibil manna 20
ch'al tortuoso andar dell'acque cede
del giocoso Meandro il vario passo.
Deh, quai cose ne canto e quai tralasso?
Come faccio del ver sì bassa fede?
Siede questa gran mole intra duo fiumi, 25
Ada e Tesin, pria che Tesino serre
la città donna dell'insubri terre,
ch'ha dal mel, com'il nome, anco i costumi.
Di bianchi marmi ordita in quadro aspetto,
par fuor palagio, ed è più grotte dentro, 30
ad una delle quai, ch'occupa il centro,
si vede eccelsa cupola far tetto.
Al maggior, ch'è davanti, uscio sovrano
(perché ne son d'intorno altri non radi),
per scala vassi di marmorei gradi, 35
sovrastando il bel sito alquanto al piano.
Quinci e quindi fan sponda a chi vi pogge
tenendosi per man statue spiranti,
fino alla porta che d'entrambi i canti
appar pomposa d'indorate logge. 40
Entrasi, e giunto in mezo al fin de' calli,
v'è il maggior antro d'unica bellezza,
ov'orna le pareti industre asprezza,
nicchi, pomici, conche, ostri e coralli.
Quinci mostran dell'Anno i quattro volti 45
quattro scolture a gli angoli pendenti,
sotto a cui sibilando i quattro venti,
gonfian la nera gota in nubi avvolti.
Dal destro muro è Marte e degli Amori
la madre dal sinistro incontro stagli, 50
circondando le case a i tersi intagli
quei non senz'arte ruvidi lavori.
In terra è il vaso ov'una serpe alata,
fatto un arco di sé fuor della bocca,
lunga saetta d'acqua in alto scocca, 55
quasi minacci l'aquila in cui guata.
L'aquila finta col fanciul nell'ugne
sotto della testuggine suprema,
in atto che tra duo par ch'ella tema
se 'l lenta il lascia e se no 'l lenta il pugne. 60
Stanno a questa gran cava ott'altre intorno,
di cui, non che le volte, il suolo istesso
di lucente musaico aspreggia impresso,
ch'ancora i piedi han di calcarlo scorno.
Quivi affisse alle mura il fabbro scaltro 65
tavole e statoe in cui l'arte si mostra
di Lisippo e d'Appelle, anzi in cui giostra
lo stil dell'un collo scalpel dell'altro;
ed aurea mensa v'è ch'al nostro occaso
passò da gl'Indi, e care altre, e gemmate, 70
ov'appaion su l'agate macchiate
fere ed augei, di ch'è maestro il caso.
Da ciascun antro poscia ad un maggiore
s'entra sotterra, che di Proteo è detto,
ampio sì che si posa in su 'l suo tetto 75
tutta la bella macchina ch'è fuore;
non in tutto di tenebre ripieno,
ma lietamente ombroso, e splenderia,
se non velasse l'edera natia
i balcon ch'indi salgono al sereno. 80
Questo è sì vago e di sì fresco rezo,
che di sé ad una semplice veduta
gli uomini qual Medusa in pietra muta,
pietre di meraviglia e di ribrezo.
Guizzavi allegra per le gabbie ondose 85
la muta famigliuola e non tem'ami,
e filate le gocce in lunghi stami,
pendon giù dalle chiocciole scabrose.
Non v'è molta di dentro arte ridotta,
bench'il più grato sia degli altri lochi 90
perché dell'onda gl'ingegnosi giochi
tutti son su nella mezana grotta.
Che spettacolo è quel, quand'improviso
spiccia d'intorno il liquido cristallo!
Certo che sì piacevole non hallo 95
ne' suoi fonti il terrestre Paradiso.
Vedresti ad un voltar d'ascosa chiave
turbini, e piogge, e i lampi uscirne, e i tuoni,
e l'acqua o fare i peregrin prigioni,
o giungerli ove meno ella si pave, 100
perocch'in terra, sotto i mobil sassi,
fu la bella perfidia in guisa ordita
ch'ella ha dal piè de' fuggitivi aita,
e gli persegue co' lor proprii passi.
A tutto l'edificio ampia ghirlanda 105
forma un delizioso orto odorato
di candida muraglia circondato,
cui veston cedri dall'interna banda.
Taccio i suoi laberinti, il verde arringo,
le frondose capanne e 'l rivo torto, 110
ove nacque la Posa, ov'il Diporto,
ov'Eco alterna e 'l passere solingo.
Or quando dunque mai fonte sembiante
con occhi visto o fu per fama inteso
dal Gange a i liti ov'il celeste peso 115
preme le spalle al favoloso Atlante?
O fenice de' fonti e delle moli,
gemma della Natura, occhio dell'Arte!
Se picciola ti vedi in queste carte,
l'esser grande in te stessa ti consoli. 120
Soffri il divoto delle Muse oltraggio,
ch'elle incaute ti fan per bocca mia:
non scema il sol perchè mal pinto sia,
né per fango toccar macchia suo raggio.
Descrizione
Dopo una tradizionale invocazione poetica (a Orfeo) e una contestualizzazione geografica della Villa Litta Lainate (vicino a Milano, "la città donna dell'insubri terre, / ch'ha dal mel, com'il nome, anco i costumi"), il poeta si protrae in una minuziosa descrizione del Ninfeo, presentandone non solo tutti gli elementi architettonici e i giochi d'acqua, ma anche i soggetti mitologici rappresentati, per poi concludere con una 'captatio benevolentiae' rivolta direttamente al Ninfeo affinché non si senta offeso da una descrizione in versi che, per i propri limiti, potrebbe ridurne la grandezza e spettacolarità.
Si corregge al v. 34 alti>altri.
Opera d'arte
- Libro
-
Stigliani, Canzoniero 1625
Stigliani, Tommaso, Il Canzoniero [...]. Dato in luce da Francesco Balducci. Distinto in otto Libri, cioè. Amori Civili. Amori Pastorali. Amori Marinareschi. Amori Giocosi. Soggetti Eroici. Soggetti Morali. Sogetti Funebri, e Famigliari. Purgato, accresciuto, e riformato dall'Autore istesso. E dedicato in questa nuova forma all'Illustrissimo e Riverendissimo Signor Cardinale Borghese., In Roma, Ad instanza di Giovanni Manelfi. Et in Venetia, Per Evangelista Deuchino. 1625
- Sezione
- LIBRO QUINTO, INTITOLATO SOGGETTI EROICI.
- Pagina
- pp. 325-329
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- Metro
- endecasillabi rimati (124 versi)
- Schema
- ABBA
- Note metriche
- Quartine di endecasillabi rimati (canzone-ode sul modello dell'ode oraziana) di 31 stanze
- Categorie
- miti pagani; soggetti naturali; descrizione edificio
- Soggetti
- acqua; Adda; affisso; agata; antro; Apelle; aquila; argento; Arte; arte e natura; aspetto; asprezza; balcone; bellezza; bianco; cantare; capanna; casa; cava; cedro; cetra; chiave; chiocciola; conca; corallo; cristallo; cupola; dipinto; edera; edificio; fabbro; fama; fango; fenice; fiume; fonte; freschezza; gemme; ghirlanda; grotta; impietrire; industre; industria; ingegnoso; intaglio; labirinto; lampo; lavoro; Lisippo; loggia; macchina; maestro; marmo; Marte; meandro; Medusa; melodia; meraviglia; Milano; mole; mosaico; muraglia; Natura; nicchio; nube; onda; Orfeo; orto; ostro; palagio; Paradiso Terrestre; parere; passero; pesci; pioggia; pomice; Proteo; quadro; raggio; ribrezzo; rivo; saetta; sassi; scala; scalpello; scultura; serpe; sito; sole; spettacolo; spicciare; spirante; statua; stile; strepito; suonare; tavole; testuggine; Ticino; toccare (suonare); torre di Babele; tuono; turbine; urna; Venere; vento; verde; volta
- Nomi collegati
-
-
Visconti Borromeo, Pirro I
(dedicatario e nominato nel compoimento) -
Lisippo
(artista nominato nel componimento) -
Apelle
(artista nominato nel componimento)
-
Visconti Borromeo, Pirro I