Finto in cera pur veggio

Autore: Bruni, Antonio

Ritratto in cera dell'eminentissimo e reverendissimo signor Cardinale Barberino

Finto in cera pur veggio
il gran Francesco, a cui
diede i suoi pregi Astrea, Pallade i sui.
E ben, s'ha già l'invidia in terra estinta,
miro in cera non finta 5
l'imagine fedele
di chi l'api ha ne l'arma, in bocca il mele.

Descrizione

Il poeta loda la verosimiglianza di un ritratto in cera raffigurante il cardinale Francesco Barberini, celebrato per la sua giustizia e la sua sapienza attraverso il riferimento ad Astrea e a Pallade Atena. Elabora poi una riflessione arguta sul legame che si instaura - suscitando l'invidia, se non fosse già stata debellata dal cardinale - tra la cera del ritratto, le api che figurano sullo stemma della famiglia Barberini e il miele che proverbialmente sta sulla bocca degli eloquenti.


Opera d'arte

Si collega al componimento un ritratto in marmo del cardinale, eseguito dopo la morte del personaggio effigiato dallo scultore romano Lorenzo Ottoni.


Libro
Bruni, Veneri 1633
Bruni, Antonio, Le Veneri poesie, In Roma, appresso Giacomo Mascardi, MDCXXXIII.
Sezione
Delle Veneri la Terrena, poesie.
Pagina
p. 255
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Metro
madrigale (7 versi)
Schema
abBCcdD

Categorie
ritratti; storia medioevale e moderna
Soggetti
Astrea; Francesco Barberini; Pallade; api; cera; finto; immagine; miele

Nomi collegati

Responsabilità della scheda: Alice Cingolani; Clizia Carminati, Sergio Taddei | Ultima modifica: 22 maggio 2024