Raro colosso, inver tu al Sol drizzasti
Autore: Montegnacco, Ferdinando
Raro Colosso inver tu al Sol drizzasti
famosa Rodi; al mio terreno Sole
non bronzi o marmi, ma più nobil mole
io sacro di pensier sublimi e casti. 4
Tu al vento e a l’onde esposta opra formasti,
la cui memoria ancor s’ammira e cole,
benchè l’età che queste opprimer suole
nel fin l’estinse: onde tu in van l'alzasti. 8
Ma fortunato me, se al bel desio
fusse eguale il poter; via più felice
l’amorosa cagion de’ sospir miei: 11
che non statue sariano i suoi trofei
soggetti al tempo, al caso e al cieco oblio,
ma glorie eterne, ove poggiar non lice. 14
Descrizione
Il poeta apre il componimento lodando il Colosso di Rodi (enorme statua di bronzo del dio Elio, ossia Sole, eretta a Rodi nel III secolo a.C), enorme statua costruita dalla città stessa come dono al dio Sole, e dichiarandolo inferiore però alla "più nobil mole" fatta non di marmo o di bronzo, ma di pensieri sublimi e casti, che egli stesso indirizza al suo Sole (la donna amata). La memoria della statua, situata nel porto della città e, quindi, soggetta agli elementi, è ancora viva, nonostante il tempo ne abbia causato la distruzione. Fu quindi eretta invano. Se al poeta fosse concesso potere uguale al desiderio, non erigerebbe all'amata statue soggette al tempo, ma glorie eterne immuni dall'oblio.
Opera d'arte
- Libro
-
Rime di diversi Udine 1597
Rime di diversi elevati ingegni de la città di Udine. Raccolte da Giacomo Bratteolo et dedicate a l'Illustre Signora Lidia Marchesi, Udine, Giovan Battista Natolini, 1597
- Sezione
- Ferdinando Montegnaco
- Pagina
- c. 101r
- Vai al testo originale
- Metro
- sonetto (14 versi)
- Schema
- ABBA ABBA CDE ECD
- Categorie
- storia antica
- Soggetti
- Colosso di Rodi; bronzo; eterno; marmo; memoria; mole; statua; trofeo