Antonio, a le cui forze il sacro Impero
Autore: Costa, Margherita
Per un dono di una catena d’oro, mentre le presenta il suo poema di Santa Cecilia con alcune ventaglie
Antonio, a le cui forze il sacro Impero
non teme ferro né provò catene,
gl’antri per gioia dal lor seno diero
con susurri canori aure serene
e ’l Po si vide di sue glorie altero 5
d’oro vestir le trionfali arene;
più d’allor che di poppi ornò le sponde,
e di Zaffiri s’ingemmaron l’onde.
Tra le vittorie fortemente usato
a catenare i popoli nocenti, 10
catena anco a me desti, onde gravato
il collo mio portai d’ori lucenti,
ma più del collo il cor fu catenato;
fei risonar de le tue lodi i venti
e se non gloria, ove l’onor ti chiama, 15
numero accrebbi almeno a la tua fama.
Là sovr’il Ciel, che di stellato smalto
fa mostra intorno riccamente accesa,
Giove sostiene con la destra in alto
Giuno, che pende da catena appesa; 20
fatica in far dal Cielo immenso ed alto
dipender l’aria al viver nostro intesa;
ed io pendo da te, ch’in miglior prove
sei del Cielo d’onor più degno Giove.
E ben se tu d’ogni virtude al Mondo 25
una Catena indissolubil sei,
che, d’onori e di grazie ogni or fecondo,
da vittorie anc’ogni or passi in trofei;
ora per te di tanti pregi al pondo
ho lieta l’alma e son trionfi miei, 30
che vinta sia da chi non fu mai vinto
e l’oro porti per chi d’ostro è cinto.
Ma perché forse ogni mio rozzo detto,
or ch’il Leon da le ferventi rote
vibra fulmini e noie a Regio petto, 35
importune recar le noie puote,
mando ciò che a temprar gl’ardori eletto
può scacciarti le noie, or ch’a te scote
gran cura il petto ed altro dì non hai
che de le tue virtudi i chiari rai. 40
Spento è 'l Sol de la Terra e l’Hercol grande
ch’atterrar il Leon forte potea;
or con aspro destin l’anima spande,
vinto da la crudel Fera Nemea:
diegli il Leon le chiavi e memorande 45
ebbe da lui le glorie; or fatta rea,
la sua stella nel Ciel cangiato ha sorte
ed a chi die l’onor, or dà la morte.
Tempra, Antonio, il tuo duolo e il vento, ch’ora
ti promette il mio don (ch’altro non posso 50
né ti so dare) a te dimostri ancora
ch’ogni onor langue in un momento scosso:
vento è questa di vita instabil ora,
ch’in un momento passa, ed è rimosso
qual soffio ogni piacer, ch’instabil erra: 55
di ciò che spira a l’aura urna è la terra.
Prendi co ’l dono i carmi e apprendi intanto
ch’un vento ancora è Poesia, ch’al core
m’inspira il biondo Regnator del canto.
Lo spirto di mia brama aura è d’onore, 60
poscia che solo vuol, solo ha per vanto
di far tra noi le lodi tue canore;
ed un’aura son io, ch’altro non chiede
che l’aura di tua grazia e di tua fede.
Ma perché merti non ha penna imbelle 65
né vil canto imitar può Cigno Acheo,
t’offro lei che schernì l’insidie felle
del crudo Regnator de l’Orco reo
e tra le gravi torbide fiammelle
d’ardenti thermi superar poteo 70
l’ire d’Averno: cesse il foco ardente
e temè ’l ferro istesso esser nocente.
E se non ne’ miei versi, accorto almeno
riconosci in Cecilia Urban spirante,
che ’l Cielo com’in terra aprì sereno 75
or calca in alto con stellante piante:
ella d’Urbano la memoria al seno
ti renda eterna contro il Tempo errante
e sol per te con memorabil caso
il Sole Barberin non provi occaso. 80
E se Cecilia già dal veglio Urbano
trasse fé, godé vita, ebbe quiete,
or renda al novo Urban su ’l Ciel sovrano
applausi eccelsi ed accoglienze liete;
contra la stirpe tua silenzio vano 85
abbia per lei l’oblivioso Lete
e, se ne’ Barberini ella si loda,
in lei l’onor de’ Barberini goda.
Io catenata in tanto a te m’inchino,
o de le sacre porpore di Roma 90
ornamento sovrano, onor divino;
cinto d’ostro immortal la sacra chioma,
a’ tuoi cenni ubidir gode il destino;
serve de l’ale a te l’età già doma
e ciò c’ha Roma e quanto il Mondo chiude 95
o tuo valor si stima o tua virtude.
Descrizione
I versi qui riportati sono la parte iniziale di un componimento più ampio, formato da queste dodici ottave, seguite da un breve brano in prosa e successivamente da altre undici ottave.
Costa loda Antonio Barberini: i fiumi e i venti si rianimano grazie a lui. Abituato a vincere e "incatenare" gli sconfitti, con il dono di una "catena" (collana) d'oro il Barberini non ha legato alla poetessa solo il collo, ma anche il cuore; ella in cambio lo elogia e accresce la sua fama, e gli dona "delle ventaglie". Come Giunone viene appesa da Giove al cielo con incudini legate alle caviglie, così Costa è incatenata ad Antonio, che è più grande e più degno d'onore di Giove. Antonio stesso è una catena di virtù: alla sua grandezza sono legati la gioia e l’innalzamento di Costa stessa. Ora che Antonio è in difficoltà, Margherita gli invia il suo poema Cecilia martire (1644) per consolarlo: all'indomani della sconfitta dello Stato Pontificio contro Castro (il "Leon" della quinta ottava, v. 2), Costa piange la morte di Urbano VIII (il "Sole" e l'"Hercol" della sesta ottava, v.1) e il rovesciamento della fortuna dei Barberini, ma ricorda al cardinale che il tempo è fuggevole e il male, così come il bene, è transitorio come il vento (rappresentato dai ventagli in dono). Anche la poesia è "vento", è effimera: quella di Costa è tutta votata a onorare Antonio. Costa offre allora la storia di Santa Cecilia ad Antonio come esempio da seguire e come presenza che gli ricordi sempre dell’amato zio: la Santa, ai suoi tempi battezzata e protetta da Urbano I, avo dei Barberini, riuscirà nell’impresa di rivalutare la fama del defunto pontefice. Costa, nel frattempo, a lui "incatenata" dalla collana d'oro, si inchina ad Antonio, il più valoroso e virtuoso fra i cardinali.
Opere d'arte
Collegamento congetturale
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Immagine non disponibileCollana d'oro (donata da Antonio Barberini a Margherita Costa)Genere: abbigliamento
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Immagine non disponibileCollana d'oro (donata da Ferdinando II a G. F. Maia Materdona)Autore: [Non identificato]Genere: abbigliamento
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Non essendo ad oggi stata identificata la collana oggetto del componimento, si allegano due esempi di manufatti analoghi, ambedue perduti ma testimoniati da fonti scritte o iconografiche, donati da autorità politiche a poeti ed artisti della prima metà del Seicento.
- Libro
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Costa, La Tromba di Parnaso 1647
Costa, Margherita, La Tromba di Parnaso, opera di Margherita Costa Romana, dedicata alla Maestà della Regina di Francia., A Parigi, per Sebastiano Cramoisy, stampatore ordinario del Re, e della Regina regente. M.DC.XLVII.
- Sezione
- LA TROMBA DI PARNASO
- Pagina
- pp. 68-72
- Vai al testo originale
- Metro
- ottava (12 stanze, 96 versi)
- Schema
- ABABABCC
- Categorie
- miti pagani; storia antica; storia medioevale e moderna
- Soggetti
- Apollo; Ercole; Giove; Giunone; Santa Cecilia; Urbano I; Urbano VIII; aura; catena; collana d'oro; collo; fuoco; gloria; incatenare; instabile; leone di Nemea; onore; oro; ostro; poesia; soffio; valore; ventaglio; vento; virtù
- Nomi collegati
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Barberini Il Giovane, Antonio
(dedicatario delle ottave e committente della collana per l'autrice) -
Urbano VIII, papa (Barberini, Maffeo Vincenzo)
(citato nel componimento) -
Urbano I, papa, santo
(citato nel componimento) -
Cecilia, santa
(citata nel componimento)
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Barberini Il Giovane, Antonio