Dal vago strale, onde trapungi i lini
Autore: Tronsarelli, Ottavio
A donna che ricamava un prato di fiori
Dal vago strale, onde trapungi i lini,
sorge fatta vital l'adorna rosa
e più di te che del su' onor fastosa
ha di piropo il seno e d'oro i crini. 4
D’argenti il giglio preziosi e fini
porta la spoglia oltr'ogni stil nevosa
e per te mostran sovra piaggia erbosa
vita le perle e spirito i rubini. 8
Cinzia lavor più vaghi espone in vano,
qual or co' puri rai d’ogni aurea stella
pinge l’azzurro manto al ciel sovrano; 11
né rimira Natura opra più bella,
allor che Clori con industre mano
orna a fregi di fior l’età novella. 14
Descrizione
In questo sonetto, il poeta omaggia una donna intenta a ricamare un prato fiorito. Il componimento è basato su un gioco tra i fiori e le stelle nel cielo: nella prima quartina il poeta descrive la rosa e il giglio, fiori che la donna, ricamando, rende vivi. Così vivido è il ricamo, che nemmeno Cinzia (cioè Artemide, Diana, sorella del dio del Sole Apollo e dea della notte e della luna) riesce a fare di meglio quando ricama la notte con le stelle. In conclusione, l'abilità della donna nel ricamare soggetti naturali viene paragonata all'abilità di Clori (dea della primavera) di ornare di fiori la natura.
Opere d'arte
Collegamento congetturale
Si collegano in via congetturale due opere d'arte per mostrare rappresentazioni di donne intente nell'arte del ricamo.
- Libro
-
Tronsarelli, Rime 1627
Tronsarelli, Ottavio, Rime, In Roma per Francesco Corbelletti l'Anno. M.D.C.XXVII. Lucas Cia. F.
- Sezione
- Sonetti di Ottavio Tronsarelli. Parte prima.
- Pagina
- p. 31
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- Metro
- sonetto (14 versi)
- Schema
- ABBA ABBA CDC DCD