Quel che non può l’ardore
Autore: Giusti, Vincenzo
Quel che non può l’ardore
e ’l lume de’ begli occhi e ’l viso santo,
fa il dilettoso canto
d’ORTENSIA, amor del Ciel, cielo d’Amore.
Quando in lei gli occhi apersi, 5
la sua gran luce e i portamenti altieri
oggetto a' miei pensieri
senza ferirmi il cor ben degno fersi.
Alor vago e giocondo
dissi: «Di costei piè, man, fianchi, petto, 10
fronte, crin, guancie, aspetto,
sono tanti miracoli del mondo».
Ma, quando i suoi concenti
puri, soavi, angelici e divini
fra le perle e i rubini 15
udii formar, cantando in dolci accenti,
gridai: «Qual angioletta
sotto sembiante uman scesa è tra noi
che co’ celesti suoi
canti ogni alma ad amar infiamma e alletta?». 20
E indi a poco a poco
sentii scaldarmi il petto e Amor faville
spargendo a mille a mille
il gielo di mia età converse in foco.
Oh, che mirabil prove! 25
Oh, guerriera d’Amor bella e sovrana,
ogni difesa è vana
incontro a l’arme tue pungenti e nove!
Quel che non può l’ardore
e ’l lume de’ begli occhi e ’l viso santo, 30
fa il dilettoso canto
d’ORTENSIA, amor del Ciel, cielo d’Amore.
Descrizione
Nella canzone, aperta e chiusa dagli stessi quattro versi, il poeta descrive la differente forza dell'aspetto e del canto di Ortensia. Pur rimarcando la grande bellezza fisica della donna, i cui tratti lo hanno indotto a farne oggetto di ammirazione, il poeta ammette di essere rimasto colpito, ma non "ferito", quindi innamorato, dalla donna. Ma tutto è cambiato ascoltando il canto di Ortensia, un canto soave e divino che lo conquista all'amore nonostante un'età in cui di solito non ci si innamora più ("il gielo di mia età converse in foco", v. 24), e paragona il canto della donna a un'arma che penetra ogni possibile difesa.
Dopo aver descritto l'evoluzione del sentimento causata dal canto di lei, il poeta riprende i versi iniziali, che ora assumono il loro pieno significato, rimasto oscuro all'inizio del componimento.
- Libro
-
Rime di diversi Udine 1597
Rime di diversi elevati ingegni de la città di Udine. Raccolte da Giacomo Bratteolo et dedicate a l'Illustre Signora Lidia Marchesi, Udine, Giovan Battista Natolini, 1597
- Sezione
- Vicenzo Giusti
- Pagina
- cc. 75r-75v
- Vai al testo originale
- Metro
- ode-canzonetta (8 stanze, 32 versi)
- Schema
- aBbA
- Note metriche
- Quartine di endecasillabi e settenari alternati a rima incrociata. La prima e l'ultima strofa si ripetono