Inanzi a questo vero simulacro

Autore: Di Strassoldo, Giovanni

Inanzi a questo vero simulacro
de la beltade angelica e divina
de l’alta del mio cor donna e reina,
per vittima me stesso ardo e consacro. 4

Il largo pianto mio sarà ‘l lavacro,
ch’a mondar l’olocausto si destina,
e l’accesa nel petto mio fucina
il foco che l’abbruci e dolce et acro; 8

e quel che ’n tutto il sacrificio spiri
incenso, ond’abbia a renderlo più accetto,
saranno i miei focosi alti sospiri. 11

Il canto poi, che fia a placarlo eletto,
saranno le sue lodi e i miei martiri,
la voce il sacerdote e ‘l coro il petto. 14

Descrizione

In questo sonetto il poeta immagina di adorare l'effigie ("simulacro") dell'amata, che in quanto "beltade angelica e divina" diventa dunque un'effigie sacra degna di un rito sacrificale. Il pianto del poeta sarà il lavacro che monda i peccati, il fuoco nel suo petto il fuoco del sacrificio, i suoi sospiri l'incenso, il canto le lodi della donna unite ai suoi dolori ("martìri"), la voce il sacerdote, il coro il petto che emette il canto.


Libro
Rime di diversi Udine 1597
Rime di diversi elevati ingegni de la città di Udine. Raccolte da Giacomo Bratteolo et dedicate a l'Illustre Signora Lidia Marchesi, Udine, Giovan Battista Natolini, 1597
Sezione
Giovanni Strasoldo
Pagina
c. 10r
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Metro
sonetto (14 versi)
Schema
ABBA ABBA CDC DCD

Categorie
iconografia sacra
Soggetti
canto; consacrare; coro; effigie; fucina; fuoco; incenso; lavacro; olocausto; sacerdote; sacrificio; simulacro; voce

Responsabilità della scheda: Clizia Carminati | Ultima modifica: 13 ottobre 2023