Mentre la vaga mia diletta Clori
Autore: Sasso, Andrea
Questo sonetto con quello che dopo l'accompagna fu fatto sopra una gentildonna che andava scalza a la Madonna del Monte, luogo bello e divoto fuor di Cividale
Mentre la vaga mia diletta Clori
che 'l bello a i gigli et a le rose fura,
se 'n giva, o mio Damon, scalza e sicura
per questi monti alpestri e pien d'orrori, 4
io vidi i santi e pargoletti Amori
volarle intorno, e lei tranquilla e pura
render l'aria pur dianzi iniqua e scura
co' lumi, ond'arde i più gelati cori. 8
E dovunque moveva i lieti passi,
ecco fior mille in nova alta maniera
sorger a prova ov'eran spini e sassi. 11
E de i più vaghi al crin che m'innamora
ghirlanda far quell'amorosa schiera
che invidia ne le avean Pomona e Flora. 14
Descrizione
Come chiarisce la rubrica posta nell'indice iniziale del libro, il sonetto, accanto a quello che segue nella stessa pagina (con incipit «Piove ad ognior dal vago e bel sembiante»), trae ispirazione dalla vista di una donna che sale scalza verso «la Madonna del Monte» di Cividale (cioè il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte, cui sono dedicati altri testi della stessa raccolta udinese). La scena viene trasfigurata in un quadretto mitologico: la donna, di cui il poeta si dice innamorato, viene chiamata Clori (v. 1), come la ninfa della mitologia greca di cui eredita gli attributi bucolici; l'amico cui ci si rivolge nella descrizione è Damone (v. 3), altro nome della tradizione letteraria antica; e soprattutto la passeggiata di Clori viene descritta come un miracoloso risveglio della natura del monte, che da oscura e «pien d'orrori» rinvigorisce, con l'aria che da «scura» diviene «pura» (vv. 6-7), le spine e i sassi che si trasformano in fiori (vv. 10-11) e questi ultimi che vengono a formare una «ghirlanda» nei capelli della donna, così ricca da rendere invidiose altre celebri divinità naturali, Pomona e Flora.
Opera d'arte
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Santuario della Beata Vergine di CastelmonteGenere: architettura
- Libro
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Rime di diversi Udine 1597
Rime di diversi elevati ingegni de la città di Udine. Raccolte da Giacomo Bratteolo et dedicate a l'Illustre Signora Lidia Marchesi, Udine, Giovan Battista Natolini, 1597
- Sezione
- Andrea Sasso
- Pagina
- cc. 68r-68v
- Vai al testo originale
- Metro
- sonetto (14 versi)
- Schema
- ABBA ABBA CDC EDE