Quella ch'io già cantai

Autore: Borgogni, Gherardo

Di Gherardo Borgogni. Academico Inquieto di Milano. In morte della Signora Isabella Andreini Comica Gelosa et Accademica Intenta di Pavia

Quella ch'io già cantai,
donna d'illustre vanto,
or mi richiama al pianto,
poi ch'empia morte i luminosi rai
spent'ha di lei e impalidit'il volto, 5
ov'or è con bellezza Amor sepolto.

Qui de le Muse il coro
mesto s'affligge ogn'ora,
e 'n ciel si discolora
né più risplende co' bei raggi d'oro 10
Apollo, e piagne d'Aganippe al fonte,
ove di lei son le gran doti conte.

Non più teatri intorno
vedranla fra pastori
Filli nomata, or Clori, 15
né Tirsi amato di vaghezza adorno
arder tant'alme, e fra l'ombrose selve
gir qual Diana depredando belve.

Già 'l gran Parigi udio
di lei gli amati accenti, 20
ivi pendean le genti
da le sue labra ch'indi Amor aprio
per impiagar mill'alme e mille cori,
accesi alor da' suoi pudichi ardori.

Ma poscia, oimè, ch'assisa 25
in grembo al fier leone,
cinta d'alte corone
di gloria e al[l]or, da sé stessa divisa,
da non maturo parto oppressa e vinta,
sen poggiò al ciel al suo morir accinta. 30

Ahi, dispietat'e dura
morte, che tanti pregi
togliesti a noi co' i fregi
di lei, onde se 'n va l'alma natura
dolent'ogn'or, e virtù mesta giacque 35
con lei sepolta, o 'l suo martir non tacque.

Pur Fama indi sovente
chiama l'amato nome,
co 'l dir cantando come
fia ogn'or più chiaro a la futura gente, 40
mercè de le sue degne e ornate carte,
ov'ha co 'l carme immense lodi sparte.

Se in tragica maniera
spiegava i mesti accenti
erano i cor intenti 45
a l'angoscioso pianto e doglia vera,
e i regi eran lugubri, e 'l duol di morte
era più del verace alor più forte.

Quindi con gli anni a paro
n'andrà l'alta ISABELLA, 50
ch'or degna Musa appella
ogni bell'alma, e già di lei cantaro
ben chiari cigni co' famosi carmi,
di via più grido che i metalli e i marmi.

Or pura in ciel s'asside 55
di lei la felice alma,
ov'ha trionfo e palma,
e lieta stassi in alta gioia e ride,
e sciolta dal caduco e terren velo
ha per teatro e per gran scena il cielo. 60

Descrizione

Il poeta piange la morte di Isabella Andreini, poetessa e attrice. Della sua perdita si rattristano le divinità preposte alle arti e la città di Parigi, che ha visto prova delle sue doti sceniche. La fama stessa ricerca il suo nome, reso eterno dalle lodi poetiche che ne esaltano il modo di rendere i sentimenti e coinvolgere emotivamente il pubblico. Il componimento si chiude su una visione celeste dell'attrice, che ha ora come propria scena il cielo. L'allusione al "non maturo parto" è veridica: Isabella morì di ritorno dal viaggio parigino, per le complicazioni del parto.


Opere d'arte

Collegamento congetturale

Le due opere d'arte sono collegate per offrire un esempio visivo di un ritratto della poetessa e attrice encomiata nel testo e insieme di una scena teatrale del tempo. Si aggiunge la medaglia commemorativa realizzata in occasione della sua morte.


Libro
Andreini, Rime 1605
Andreini, Isabella, Rime d'Isabella Andreini Comica Gelosa, Academica Intenta detta l'Accesa, Milano, Girolamo Bordone e Pietromartire Locarni, 1605
Sezione
Componimenti di molti gentil'huomini nella lingua latina, e nella italiana per la morte della medesima Signora Isabella
Pagina
pp. [b7v]-[b8v]
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Metro
canzonetta (10 stanze, 60 versi)
Schema
abbACC

Categorie
encomio d'artista; soggetti performativi
Soggetti
Accademia degli Inquieti; Accademia degli Intenti; Accademia dei Gelosi; Aganippe; Amore; Apollo; Clori; Diana; Filli; Isabella Andreini; Muse; Parigi; Pavia; Tirsi; accendere; accenti; cantare; carte; cigno; compianto; coro; corona; corte di Francia; doti; falso; fama; fonte; fregio; gente; gioia; gloria; impiagare; intenti; labbra; leone; lode; maniera; marmo; metallo; natura; nome; oro; palma; pastori; pendere; piegare; pregi; ridere; scena; sepoltura; spargere; teatro; tragica maniera; tragico; trionfo; vanto; velo; verace; vero; virtù; volto

Nomi collegati

Responsabilità della scheda: Elisabetta Olivadese | Ultima modifica: 7 gennaio 2024