Sol angelica mano

Autore: Bruni, Antonio

Sopra il Volto Santo di Lucca, detto communemente Santa Croce. A i signori Cesare Bernardini e Francesco Minutoli

Sol angelica mano,
ministra di pietà, fabra di Dio,
colà presso al Giordano
l'imagine scolpio,
con serafico zelo, 5
del fattore de gli angeli e del Cielo.

Ma qual sceglier poteo
preziosa materia al gran lavoro,
che del Cielo è trofeo,
de la terra è tesoro, 10
se fu povera e vile
pianta d'or, ricco stel, tronco gentile?

Se de' cedri nel monte
sorse, dove la pianta al suol fu svelta,
prodigioso fonte, 15
e fu ad opra sì scelta
per così nobil legno
rozzo il pin, frale il bosso, il cedro indegno;

del terren Paradiso,
da più d'un fiume glorioso asperso 20
in più rivi diviso,
sempre perenne e terso,
or chi sa che non sia
l'arbore sacratissima natia.

Forse fu 'l legno amico 25
i cui nomi non lacera e non svelle
mai turbine inimico
di torbide procelle,
l'arbore de la vita,
s'è la gloria de' vivi in lui scolpita. 30

Chi poi l'imagin diede
a la tosca città, reggia famosa,
qual di merto e di fede,
di libertà pomposa?
Qual sacra e nobil cura 35
già trasportolla a le divote mura?

Ma sol dona sé stesso
Iddio quivi scolpito al popol fido,
già ne' lor cori impresso.
Et a ragion dal lido 40
nel mar tranquillo appare
chi già per l'uom versò di sangue un mare.

Santo Spirto fu 'l vento,
che già guidò senz'altrui scorta scorto,
per l'ondoso elemento 45
chi sol noi guida in porto
dal lubrico sentiero;
fu la croce timon, Cristo nocchiero.

Felicissimi, o voi
a cui da sacro stel piagato amore 50
porge degli orti suoi
insieme il frutto e 'l fiore,
e par, se volle amante
sovra un legno spirar, legno spirante.

Voi, ch'a prova godete 55
il più frondoso allor che Pindo ingombra,
su quel tronco appendete,
là di quel tronco a l'ombra,
co 'l plettro il cor divoto:
ma 'l core in olocausto, il plettro in voce. 60

Descrizione

Il poeta contempla il crocifisso ligneo noto come Volto Santo di Lucca, che si pensa venne scolpito in Terra Santa dalla mano di un angelo (vv. 1-6). Prima si interroga su quale legno fu degno di rappresentare l’immagine divina (vv. 7-30): forse solo l’albero della vita situato nel Paradiso terrestre, non i più robusti alberi del Libano, merita di avere dato la materia all’immagine di colui che diede la vita eterna agli uomini. Poi si interroga sul modo in cui la scultura arrivò a Lucca (vv. 31-59): non certo per mezzi altrui, ma per miracolo da sé stesso si mosse fino alle sponde della Toscana. In chiusura (vv. 50-60), il poeta invita i dedicatari a celebrare in poesia l’immagine divina.


Opera d'arte


Libro
Bruni, Veneri 1633
Bruni, Antonio, Le Veneri poesie, In Roma, appresso Giacomo Mascardi, MDCXXXIII.
Sezione
Delle Veneri La Celeste poesie.
Pagina
pp. 116-119
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Metro
ode (10 stanze, 60 versi)
Schema
aBabcC

Categorie
iconografia sacra
Soggetti
albero della vita; alloro; angelo; cedro; cuore; fabbro; immagine; lavoro; legno; Libano; Lucca; mano; materia; olocausto; Pindo; plettro; scolpire; spirante; spirare; voce

Nomi collegati

Responsabilità della scheda: Martina Bassani, Clizia Carminati | Ultima modifica: 24 maggio 2024